Restyling ambiente di lavoro: cosa, come e perché
restyling ambiente di lavoro

L’ambiente di lavoro influisce in modo determinante sulle performance dei collaboratori. Un ufficio organizzato, efficiente e stimolante, infatti, concorre a innalzare la produttività, incoraggia la creatività, consolida il team building aziendale e agevola l’ottimizzazione dei processi aziendali. Per questo motivo, il restyling dell’ambiente di lavoro è una pratica consigliabilissima, ma deve essere gestita in modo accurato e badando sia all’estetica dell’ufficio sia alle funzioni e alle dinamiche relazionali interne. La nostra guida vi spiegherà passo passo a cosa prestare attenzione e cosa considerare per effettuare un restyling dell’ufficio a regola d’arte.

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Restyling ufficio: qual è il tuo obiettivo?

La progettazione del restyling di un ufficio o di un’intera area di lavoro deve essere subordinata a preliminari e fondamentali valutazioni di tipo visuale, stilistico e pratico. Dunque, la prima cosa da chiedersi è: qual è l’esigenza del tuo ambiente di lavoro? Perché un restyling può essere dettato dalla voglia di rinfrescare l’area dal punto di vista formale, dalla necessità di rivedere la distribuzione degli spazi o, ancora, da esigenze di tipo tecnico-organizzativo. Inevitabilmente, l’obiettivo che ti poni orienterà tutte le valutazioni che seguiranno e l’intera progettazione dell’intervento.

Step 1: analisi del contesto

Il primo approccio consiste nell’esaminare la situazione di partenza procedendo con le rilevazioni fotografiche e la misurazione degli spazi. Questa fase consente di prendere coscienza sulla condizione iniziale individuando le opportunità, le risorse e le difficoltà progettuali (problemi acustici, angoli irregolari, aree difficilmente valorizzabili, ecc.). È essenziale che la fase di studio iniziale preceda quella di progettazione, in quanto ogni progetto deve essere articolato non secondo gusti e desideri astratti, ma in considerazione dei vincoli operativi, delle esigenze e delle reali possibilità di intervento.

Step 2: progettazione del nuovo ufficio

Una volta fissati gli obiettivi e le necessità, è possibile procedere con la progettazione del restyling dell’ufficio. A questo punto, saranno stati individuati alcuni punti fermi del progetto: le priorità da soddisfare, le risorse necessarie, il budget, le tempistiche, gli elementi da eliminare e quelli da tenere, la riorganizzazione degli spazi, ecc. Durante la progettazione vengono fissate le linee operative da seguire e si stabilisce anche l’impatto dell’intervento sull’area di lavoro. Un restyling, infatti, non consiste necessariamente in una totale ristrutturazione dell’ambiente, ma a volte bastano alcuni accorgimenti per modificare in modo sostanziale la fruibilità e l’estetica di un ambiente.

Step 3: la riorganizzazione degli spazi

Riprogettare un ambiente, sia esso un luogo di lavoro o un contesto privato, significa prima di tutto riorganizzare gli spazi. In effetti, a seconda della collocazione e dell’orientamento di scrivanie, mobili, cassettiere, ecc., un luogo chiuso può cambiare completamente aspetto, ricavare aree prima inutilizzate, massimizzare lo spazio e, di conseguenza, migliorare anche i processi aziendali. Nella riorganizzazione degli spazi lavorativi, infatti, è fondamentale ragionare in un’ottica pragmatica, tenendo presenti le dinamiche relazionali all’interno dell’ufficio: ad esempio, due reparti abituati a collaborare o interdipendenti dovrebbero essere posti in uffici contigui, in modo da agevolare la comunicazione. Professionisti come i commerciali o gli operatori del customer care – che solitamente trascorrono diverso tempo al telefono – possono essere ricollocati in aree più periferiche dell’ufficio, in modo da preservare la loro riservatezza e la serenità degli altri reparti. La riorganizzazione degli spazi, in definitiva, implica valutazioni soprattutto di carattere funzionale.

Step 4: l’estetica dell’ufficio

Spesso, quando si decide per un restyling dell’ambiente d’ufficio, a guidare la decisione vi sono ragioni di carattere estetico. Un’azienda comunica la propria identità anche attraverso l’aspetto dei propri uffici e, dunque, la riprogettazione dell’ambiente di lavoro deve rappresentare l’immagine del marchio in modo attrattivo e coerente con la sua brand image. Entrando in valutazioni estetiche, le possibilità si fanno pressoché illimitate e saranno fortemente influenzate dai gusti di chi decide e dal budget a disposizione. Chiaro è che un restyling dell’ufficio deve aspirare a rinnovare l’impatto visivo degli interni e a introdurre migliorie in termini di bellezza e design, capaci di trasmettere all’esterno professionalità, efficienza, modernità.

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Restyling non significa ripartire da zero!

Spesso, erroneamente, si ritiene che per effettuare un restyling dell’ambiente del lavoro occorra disfarsi del vecchio mobilio per crearne uno nuovo da zero. In realtà, non è necessario che il rinnovamento dell’ufficio si traduca in interventi così drastici. Noi di PR Factory, ad esempio, cerchiamo di seguire una visione etica votata a eliminare gli sprechi inutili: i nostri interior designer forniscono soluzioni creative per trovare nuove disposizioni di scrivanie e arredi che permettano di impreziosire ogni contesto senza l’obbligo di rivoluzionarlo completamente. Proponiamo interventi di wrapping e di riciclo creativo che ci permettono di ‘salvare’ vecchi mobili ed elementi d’arredo, restituendo una nuova vita a complementi apparentemente inutilizzabili, logori o esteticamente inadatti.

Il nostro obiettivo è aiutarti a trovare soluzioni che permettono di ottenere il massimo risultato, esaltando e valorizzando gli elementi già presenti.

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