Letteralmente, la parola inglese brainstorming può essere tradotta come ‘assalto di cervelli’. Più propriamente, esso deve essere inteso come un ‘incontro tra cervelli’, ovvero un meeting svolto internamente a un team di lavoro con lo scopo di raccogliere e organizzare le idee e di progettare le diverse fasi operative di un progetto. Ecco come si gestisce un brainstorming e con quali finalità.
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Brainstorming: che cos’è
Il brainstorming consiste in un incontro di gruppo tra partecipanti di uno stesso progetto che si pone come scopo principale quello di raccolta di idee o di possibili soluzioni di un problema. Il metodo, che ha preso avvio e si è diffuso nel corso degli anni ‘50 del XX secolo, si basa sulla non censura: tutte le idee, anche quelle apparentemente più stravaganti, vengono messe sul tavolo e poste all’attenzione dei presenti. Questa fase viene definita divergente ed è orientata a creare una lista di possibilità; la fase successiva, detta invece convergente, prevede poi l’eliminazione delle idee meno efficaci e la riorganizzazione di quelle ritenute valide.
Quando organizzare un brainstorming
Non esistono limiti alle casistiche in cui è utilizzabile il metodo del brainstorming. A livello aziendale, ‘l’incontro tra cervelli’ è promosso nel caso di attività creative come ad esempio per l’ideazione di eventi o di campagne pubblicitarie, ma anche per risolvere questioni più prettamente tecniche di tipo organizzativo o operativo. Questo format è inoltre ampiamente impiegato anche a livello scolastico, universitario e nei team di ricerca per stimolare la collaborazione e l’interazione tra membri di uno stesso gruppo accomunati dagli stessi obiettivi.
Come gestire un brainstorming
Sebbene non esista un vero e proprio modello operativo di gestione del brainstorming, alcuni elementi sono ampiamente ricorsivi in questi tipi di incontri. In particolare, l’elemento focale è quello della raccolta delle idee: tutti i partecipanti all’incontro devono dimostrare apertura mentale e non porre limiti alla creatività degli altri. In queste riunioni, è sconsigliabile abbandonarsi a critiche o a obiezioni e non occorre imporre una visione unilaterale alla riunione. È consigliabile inoltre nominare un responsabile, che possa guidare il dibattito, senza però che egli imponga la propria leadership: il suo ruolo è più vicino a quello di un moderatore che a quello di un capo.
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Consigli utili per un brainstorming di successo
Durante lo svolgimento del brainstorming, è buona consuetudine quella di utilizzare una schermata in cui rendicontare tutte le idee proposte dal gruppo: una lavagna, un display condiviso, un cartellone da porre al centro della sala. In questo modo, tutti i partecipanti saranno ugualmente coinvolti nella discussione; ancora meglio se tutti i membri hanno la possibilità di intervenire direttamente con le proprie idee, trascrivendole direttamente sulla schermata comune. Non deve essere seguito uno schema standard: gli appunti possono – anzi, dovrebbero – essere annotati nei modi che si ritengono più pratici: in obliquo, con colorazioni e font diversi, disponendo le idee e proposte in maniera libera nel foglio di appunti. È opportuno stabilire un ordine e dare, a turno, la parola a tutti i partecipanti, in modo da non rischiare di mettere in ombra i più impacciati con il public speaking. È sempre buona norma non fissare regole né limiti, ma lasciar fluire le idee in modo libero. È consigliabile fissare in anticipo una durata dell’incontro: il limite temporale, infatti, incentiva la creatività. Infine, è sempre un’ottima pratica rileggere le idee elaborate durante l’incontro singolarmente, analizzando il flusso di proposte a distanza di tempo (alcune ore o qualche giorno), in modo da poter analizzare le proposte a mente fredda e con maggiore lucidità.